- Contagio da Legionella: dove può avvenire, che cosa può provocare
- Legionellosi: identikit di una patologia sotto-diagnosticata
- Legionella: che cosa dicono i numeri
- Contagio da Legionella negli ospedali: 3 elementi fondamentali per comprendere il fenomeno
- Come impostare correttamente le attività di prevenzione: il Protocollo di controllo del rischio
- La valutazione del rischio Legionella nelle strutture sanitarie
- La gestione e la comunicazione del rischio Legionella
- Le analisi sugli impianti: dove e come agire
- Trattamento delle acque sanitarie: il cuore della lotta alla Legionella
- I vantaggi della soluzione a base di monoclorammina
- SanikillⓇ: la soluzione definitiva nella lotta contro la Legionella
- Risolvere il problema Legionella proteggendo i tuoi impianti idrici? Oggi si può con SanikillⓇ
- Sanipur e Nippon Gases Pharma uniti nell’impegno per la prevenzione della Legionella
- Concludere
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Gli oltre duemila casi accertati di legionellosi nel 2017, con un incremento del 18% rispetto all’anno precedente, dimostrano come il fenomeno Legionella in Italia non accenni ancora a diminuire.
Come evitare il contagio di Legionella in ospedale, quali sono i passi necessari per impostare una corretta azione preventiva?
Il post che stai leggendo ti fornirà un vademecum facilmente applicabile nella tua realtà per implementare correttamente l’intero Protocollo di controllo del rischio Legionella e per scegliere il metodo più efficace per il trattamento delle acque sanitarie.
Riepilogando, ecco le informazioni più importanti che ti presenterò in questo post:
Per ulteriori approfondimenti puoi poi cliccare in ogni momento sui link che ti rimanderanno ai post dedicati agli specifici argomenti.
Contagio da Legionella: dove può avvenire, che cosa può provocare
Partiamo inquadrando meglio il fenomeno. Con il termine legionellosi si raggruppano tutte le patologie causate dal batterio del genere Legionella che si possono manifestare sotto forma di:
- polmonite
- febbre extrapolmonare
- manifestazione subclinica.
Tra le 61 specie diverse di questo batterio, la Legionella Pneumophila è responsabile del 95% delle infezioni in Europa e dell’85% in tutto il mondo.
Il serbatoio naturale dei batteri Gram-negativi del genere Legionella è rappresentato dagli ambienti di acqua dolce naturali (fiumi, laghi) e artificiali (impianti idrici pubblici e privati).
Attraverso le acque condottate, in cui si concentrano minime quantità del batterio, la Legionella può raggiungere gli impianti idrici pubblici e privati. Incontrando determinate condizioni di temperatura e nutrimento sarà in grado di sopravvivere e moltiplicarsi.
Legionellosi: identikit di una patologia sotto-diagnosticata
Classificata tra gli agenti patogeni del gruppo 2 secondo quanto indicato nel titolo X del D. Lgs 81/2008, la Legionella richiede un’integrale attività di prevenzione e protezione nei confronti di tutti i potenziali soggetti a rischio.
Nonostante l’attenzione del legislatore e l’obbligo di notifica a cui sono tenuti gli operatori sanitari in tutta Europa, gli esperti ritengono però che la legionellosi sia abbondantemente sottostimata (pag. 7).
Due sono gli ordini di motivi:
- pazienti raramente sottoposti a test di laboratorio specifici
- mancata notifica alle autorità sanitarie.
In questo contesto risulta ancora più evidente l’importanza delle concrete azioni che gli operatori sanitari hanno il dovere di mettere in campo.
Legionella: che cosa dicono i numeri
Analizziamo ora il fenomeno Legionella dal punto di vista dei numeri. Nel 2017, sono stati segnalati all’Istituto Superiore di Sanità 2.042 casi, di cui 1.981 confermati e 33 classificati come probabili.
Sul totale dei casi accertati, 281 sono stati rilevati a posteriori.
Questo vuole dire che nel 14% dei casi le Regioni non hanno segnalato all’ISS gli episodi di malattia e si è dovuto invece procedere a un accertamento ex-post su segnalazione del Registro nazionale di legionellosi.
L’età media di chi è colpito dalla legionellosi è di 63,3 anni (pagg. 8 e 9).
Il primo dato rilevante che emerge dall’analisi dei numeri è il già ricordato aumento del 18% rispetto al 2016. È importante inoltre notare che negli ultimi 15 anni il numero dei casi accertati si è più che triplicato.
L’incidenza della patologia in Italia per il 2017 si attesta sui 32,2 casi per milione di abitanti con una prevalenza nelle regioni del Nord. Ecco come è distribuita:
- Nord (50,1 per milione di abitanti)
- Centro (35,1)
- Sud e isole (9,2).
Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità il 77,4% dei casi è localizzato in 6 regioni (Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Piemonte).
Anche se i casi nosocomiali rappresentano solo una parte del totale (vanno però aggiunti quelli relativi alle RSA e alle case d cura), dai dati a disposizione il tasso di letalità appare notevolmente più elevato negli ospedali rispetto ai casi comunitari.
Contagio da Legionella negli ospedali: 3 elementi fondamentali per comprendere il fenomeno
Prima di passare all’azione è necessario che la tua struttura abbia la piena consapevolezza di 3 elementi, essenziali per comprendere il fenomeno Legionella:
- le fonti di infezione
- le modalità di trasmissione
- i fattori di rischio.
Dal momento in cui il batterio della Legionella nasce e prolifera nell’acqua, le principali fonti di infezione sono gli impianti di distribuzione dell’acqua, le utenze collegate e gli altri dispositivi presenti nella tua struttura sanitaria che possono fungere da veicolo di trasmissione (es. torri di raffreddamento, piscine riabilitative, umidificatori, …).
Le modalità di trasmissione della Legionella riguardano soprattutto le vie respiratorie. La contaminazione avviene aspirando o inalando l’aerosol che contiene il batterio.
I fattori di rischio presenti in una struttura sanitaria possono essere di tipo ambientale (scorretta gestione della temperatura dell’acqua, aree di ristagno nelle tubature, torri di raffreddamento, …) o personale (età avanzata, immunosoppressioni, …).
È su questi 3 elementi essenziali che dovrai concentrare la tua attenzione per impostare correttamente un piano di misure di preventive contro il rischio Legionella (se vuoi saperne di più puoi leggere il post “Prevenzione della Legionella nelle strutture sanitarie: fonti di infezione, modalità di trasmissione e fattori di rischi“).
Come impostare correttamente le attività di prevenzione: il Protocollo di controllo del rischio
Come riportato nelle Linee guida per la prevenzione ed il controllo della legionellosi del Ministero della Salute, il Protocollo di controllo del rischio deve essere suddiviso in tre fasi:
1. Valutazione del rischio
2. Gestione del rischio
3. Comunicazione del rischio.
Ognuna di queste fasi comprende le attività fondamentali che nel loro complesso sono finalizzate a individuare e minimizzare il rischio di contagio.
La valutazione del rischio Legionella nelle strutture sanitarie
La valutazione del rischio è un’indagine da condurre almeno una volta all’anno che, partendo dalla specificità della struttura sanitaria è finalizzata a individuare le potenziali situazioni di rischio che possono portare a contrarre l’infezione e a prevenire la contaminazione da Legionella.
In questa fase dovrai innanzitutto individuare 2 macro-categorie su cui concentrarsi con maggiore attenzione:
- aree con pazienti a rischio molto elevato (pazienti seriamente immunodepressi)
- aree con pazienti a rischio aumentato (presenza di patologie e condizioni specifiche).
Queste aree richiedono due differenti tipi di approccio. Nella prima è necessario assicurare la completa e costante assenza di Legionella per tutelare i pazienti il cui sistema immunitario non sarebbe in grado di reagire a un eventuale contagio.
Nella seconda le misure di prevenzione e controllo devono invece essere impostate considerando le procedure assistenziali potenzialmente più a rischio (es. l’assistenza respiratoria) e i precedenti storici riferiti ai casi sospetti o accertati di contagio e ai livelli di contaminazione.
Dal momento che le condizioni che determinano l’inclusione nella seconda macro-categoria sono notevolmente diffuse nella popolazione ospedaliera, spesso ti sarà difficile individuare specifici reparti a rischio.
In questo caso ti converrà impostare il lavoro sui fattori di rischio individuali di determinate categorie di pazienti.
Altri due elementi da considerare attentamente nella valutazione sono:
- specifiche pratiche sanitarie a rischio (parto in acqua, pratiche legate alle vie aree, …)
- precedenti storici riferiti a casi di malattia o contaminazione della struttura.
Questi 2 elementi comportano un automatico aumento del rischio di trasmissione del batterio e devono pertanto essere adeguatamente considerate nella fase di valutazione.
La gestione e la comunicazione del rischio Legionella
La seconda fase del Protocollo di controllo è la gestione del rischio. In questa fase dovrai attuare l’insieme delle misure atte a rimuovere le criticità nelle aree di rischio individuate durante la valutazione.
Le attività di questa fase comprendono gli interventi di prevenzione e manutenzione sugli impianti idrici di cui ti parlerò nel prossimo paragrafo.
Poiché è il momento di attuare le misure che devono concretamente eliminare il rischio di un contagio, ti consiglio di pianificarlo formando un team di lavoro dedicato.
Includi in questo gruppo chi è in grado di consigliarti al meglio e di prendere le decisioni corrette in virtù di specifiche competenze tecniche.
Durante questa fase è importante ricordare che nel caso in cui la valutazione abbia già fatto emergere concreti rischi in uno o più impianti sarà necessario dare la massima priorità a queste aree e procedere rapidamente a:
- campionamenti (da ripetersi mensilmente fino al chiarimento del quadro)
- eventuali misure di disinfezione.
La comunicazione del rischio ha lo scopo di sensibilizzare tutti i soggetti interessati del potenziale rischio e delle misure attuate per contenerlo. Include le attività di formazione e sensibilizzazione rivolte a:
- operatori sanitari
- chi gestisce gli impianti
- personale preposto al controllo.
Le analisi sugli impianti: dove e come agire
Come abbiamo appena visto, la gestione del rischio consiste nell’intervenire sulle aree più vulnerabili della tua struttura, individuate durante la fase di analisi.
I principali fattori di rischio ambientali sono localizzati presso diverse tipologie di impianto, ognuna delle quali richiede particolari misure di monitoraggio e controllo:
- impianti aeraulici
- bagni e altri locali sanitari
- impianti idrosanitari
- impianti di raffreddamento (torri o condensatori).
Data la natura del batterio della Legionella particolare attenzione va concentrata sugli impianti idrosanitari per i quali sono richiesti una serie di interventi periodici quali: prelievi e campionamenti, misure di disinfezione, monitoraggio microbiologico prima e dopo le disinfezioni.
Punti di prelievo degli impianti, natura e modalità delle disinfezioni (pagg. 36-37) varieranno in funzione di:
- tipologie degli impianti
- caratteristiche dell’acqua analizzata
- caratteristiche della struttura in cui si trova l’impianto
- livello di contaminazione rilevata.
Trattamento delle acque sanitarie: il cuore della lotta alla Legionella
Il cuore della gestione del rischio Legionella Pneumophila è sicuramente rappresentato dal trattamento delle acque sanitarie.
Stiamo parlando infatti degli interventi di disinfezione da attuare sul principale agente di trasmissione della malattia.
Si tratta di un’attività complessa: per essere efficace dovrà infatti neutralizzare i molteplici fattori che causano la proliferazione della Legionella Pneumophila negli impianti sanitari, tra cui:
- temperatura dell’acqua
- rami morti e ristagno delle acque nelle tubature
- pressione irregolare dell’acqua
- biofilm
- protozoi (che proteggono i batteri di Legionella da alcuni tipi di disinfettanti).
I principali sistemi oggi conosciuti per il trattamento delle acque sanitarie includono metodi fisici:
- filtrazione
- raggi UV
- shock termici
o chimici:
- clorazione
- biossido di cloro
- monoclorammina.
I vantaggi della soluzione a base di monoclorammina
Tra i differenti metodi per il trattamento delle acque sanitarie appena citati, la soluzione a base di monoclorammina presenta i vantaggi più evidenti.
Oltre a essere l’unico sistema in grado di agire efficacemente sulla totalità dei fattori di proliferazione della Legionella, ha infatti anche l’indubbio vantaggio di preservare l’integrità dell’impianto idrico in virtù della sua composizione chimica.
La lunga pratica di utilizzo negli USA e le più recenti pubblicazioni scientifiche sull’argomento hanno confermato i vantaggi distintivi dell’uso della monoclorammina rispetto ai principali sistemi oggi conosciuti:
- elevata efficacia biocida
- basso potere ossidante (che non danneggia, né corrode le tubature)
- conservazione potabilità dell’acqua
- non produce sotto-prodotti tossici
- non viene influenzata dai valori di PH o dal variare della temperatura.
Recenti sperimentazioni condotte in diverse strutture sanitarie italiane hanno inoltre rivelato performance decisamente superiori agli altri metodi di trattamento delle acque sanitarie.
I risultati più convincenti si sono registrati sul fronte del rapido azzeramento di una contaminazione in atto e sulla capacità di impedire l’insorgere di nuove colonie
SanikillⓇ: la soluzione definitiva nella lotta contro la Legionella
Per affrontare in maniera risolutiva il rischio di contagio da Legionella esiste oggi una soluzione che nel panorama delle misure preventive appare oggi di gran lunga il metodo più convincente.
Il motivo non risiede solo nell’efficacia delle soluzioni a base di monoclorammina, comprovata da numerosi studi scientifici internazionali e dalle citate sperimentazioni condotte in diverse strutture ospedaliere italiane.
Le ragioni sono anche nei sempre più numerosi casi di successo e dai servizi di supporto e assistenza inclusi nella soluzione SanikillⓇ. Ne parleremo tra poco.
Dimostrare la superiorità di questa soluzione è semplice se si dà uno sguardo al lungo elenco di vantaggi associati a SanikillⓇ.
Prova a scorrere l’elenco per conoscere il valore aggiunto che potresti trasferire alla tua struttura sanitaria:
- rapida e completa implementazione del protocollo di controllo (lo vedremo tra poco)
- massimi risultati riferiti al tasso di eliminazione delle colonie di Legionella
- efficace penetrazione del biofilm (dove il batterio si moltiplica più facilmente)
- prolungata permanenza nella rete idrica e maggiore efficacia nelle aree di ristagno
- non danneggia le strutture idriche anche nel caso di uso prolungato
- conservazione della potabilità di acqua al 100%
- valori organolettici superiori rispetto alle altre soluzioni a base di cloro
- risparmio sui costi energetici (possibilità di ridurre la temperatura dell’acqua calda nella centrale).
Risolvere il problema Legionella proteggendo i tuoi impianti idrici? Oggi si può con SanikillⓇ
I vantaggi della soluzione SanikillⓇ diventano immediatamente evidenti se si considera la sua particolare composizione chimica a base di monoclorammina.
Grazie al suo ridotto potere ossidante la soluzione è infatti compatibile i materiali di cui sono composte le tubature:
- rame
- acciaio
- ferrozincato
- PVC
- polietilene e polipropilene.
Considerata l’età media degli impianti idrici nelle strutture sanitarie italiane, la necessità di evitare l’uso di prodotti invasivi che potrebbero compromettere l’integrità delle tubature è un rischio che molte realtà non possono permettersi di correre.
Garantendo la massima efficacia negli interventi di disinfezione – e scongiurando allo stesso tempo il rischio di danni e rotture del circuito dell’acqua calda, SanikillⓇ può sicuramente rappresentare la soluzione ideale anche per la tua struttura sanitaria.
Sanipur e Nippon Gases Pharma uniti nell’impegno per la prevenzione della Legionella
Sul fronte della lotta contro il rischio della Legionella Pneumophila, si registra una buona notizia. Stiamo parlando del sodalizio vincente tra Sanipur e Nippon Gases Pharma.
L’unione della forza innovativa di Sanipur, produttore della soluzione, e della rinomata competenza tecnica di Nippon Gases Pharma, distributore di SanikillⓇ in Italia, non poteva che portare a una serie di vantaggi unici, già ampiamente riconosciuti dal settore di riferimento.
Ecco una panoramica delle principali novità legate a SanikillⓇ:
- metodo di generazione di monoclorammina in sito garantito da brevetto
- immissione diretta nel flusso di acqua calda (produzione fino a 800 g/h)
- costante concentrazione biocida (2-3 ppm con portate fino a 250 mc/h)
- sistema di controllo in remoto 24/7
- software di gestione del dosaggio di nuova concezione
- unico metodo autorizzato in Italia per la produzione di monoclorammina
- conforme al regolamento Biocidi (Reg. UE n.528/2012 BPR).
Per concludere
Il post che hai appena letto è stato pensato per aiutarti a creare nella tua struttura maggiore consapevolezza su un fenomeno ancora oggi sottovalutato.
Scopo ultimo è la sicurezza della tua struttura sanitaria che potrai contribuire a far crescere osservando le indicazioni del post. Ti invito a rileggerle cliccando sui link per un affondo verticale sui diversi argomenti.
Se poi vorrai approfondire eventuali dubbi o fare richieste specifiche riferite alla tua realtà, incluso uno studio di fattibilità per l’introduzione del metodo SanikillⓇ